2017 - Quanto resta della notte? "Shomer ma mi llailah"


Mostra Personale

VillongoPalazzo Passi - Via Roma, 

dal 15 al 30 Settembre 2017



Oracolo sull'Idumea.
Mi gridano da Seir:
«Sentinella, quanto resta della notte?
Sentinella, quanto resta della notte?».
La sentinella risponde:
«Viene il mattino, poi anche la notte;
se volete domandare, domandate,
convertitevi, venite!».

 Isaia 21,11-12

 

Mi ha colpito questo passo del Profeta Isaia, metafora della condizione umana. L’uomo, da sempre, si pone domande a cui non avrà mai risposta. L’importante è non stancarsi di domandare, di cercare le risposte, di cercare la luce, in noi stessi, negli altri, nel Trascendente.

Ciro Indellicati 


fotografie di Elisabetta Roggeri e Giuseppe Zanchi


Shomér ma mi-llailah

 

Dipingere la luce e trovarsi le mani sporcate di nero grumoso.

Dipingere la luce e ritrovarsi a lottare col buio.

Farsi largo tra i pigmenti e gli impasti per svelare il mistero della luce, del colore.

E scoprire, sorpresi, che il bianco è il più forte, che prevale sugli altri colori.

Che più del nero, è quel bianco che ti mette in soggezione.

Dipingere la luce e ritrovarsi di nuovo le mani sporcate di nero.

Perché è con quello che alla fine devi fare i conti se è la luce che cerchi.

Cercare la luce, quello vuol dire.

Dentro, in quel buio, quando l’occhio si abitua, inizi a vederci i colori.

È lì che cominci a riscoprire la luce. E il colore non è più solamente un semplice “tocco”,

non è la vibrazione impressionista che incontri, semmai è la lotta con le tenebre del Caravaggio, oppure Lucio Fontana che squarcia le tele o le buca o le dissemina di vetri colorati, e Alberto Burri con gli immensi cellotex o i silenti cretti o ancora Rothko smisurato con i suoi muri di luce.

È allora che la luce svela, con parsimonia con discrezione, le sue sorprese.

E ti stupisce di nuovo e all’improvviso ti riconsegna all’oscurità.

A quella del cuore, a quella degli occhi.

Devi fartelo amico. Conoscerlo il buio.

Quello delle notti stellate e coi grilli e quello delle tempeste.

Quando lotta con te sulla tela e alla fine ti svela un mistero.

Quando invece ti vince e lascia la tela soltanto imbrattata.

Quello che ti fa rabbrividire, che urla, e quello silenzioso che ti abbraccia e ti sa ascoltare.

Devi fartelo amico. Avere pazienza, perché l’alba poi arriva. Ma poi torna la notte.

 

 Ciro Indellicati


Venerdì 15 Settembre si è inaugurata la mostra intitolata “Quanto resta della notte?”, versetto

biblico tratto dal libro di Isaia (Is 21,11), al quale si è ispirato Ciro Indellicati, l’artista che espone le

sue opere, per parlare del rapporto a volte intenso e fluido, a volte conflittuale fra la luce e la

tenebra. La serata è stata particolarmente suggestiva, perché animata dalla Compagnia Teatrale Il

Capannone, che ha recitato testi sul tema portante della rassegna, alternandosi con momenti

musicali eseguiti da Andrea Duci, clarinetto, Laura Crosera, pianoforte, Gianantonio Fornasari,

flauto traverso e sax soprano, Silene Fenaroli, violino.

Lo spettacolo, con un percorso di luci, parole e suoni, guida dunque il pubblico alla

contemplazione delle opere d’arte realizzate con tecniche varie da Ciro Indellicati.

 Giovanni Duci


La rassegna “Arte e Spirito – Edificazione dello Spirito attraverso i linguaggi dell’Arte”, è dedicata a un tema suggestivo: il linguaggio della luce. Con il patrocinio del Comune di Villongo e la collaborazione dell’Associazione Il Romanico nel Basso Sebino, l’Unità Pastorale di Villongo offre al pubblico bergamasco sei incontri nella splendida cornice di Palazzo Passi.